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venerdì 29 maggio 2009

DELFINI UCCISI SULLE COSTE DELLE ISOLE Faroer

L'essenza dell'appello è vera, ma come capita spesso insieme ai fatti autentici c'è una pericolosa miscela di falsità.In effetti nelle isole Faroer (non Feroe, come dice l'appello) viene effettuata una caccia ai globicefali, cetacei della famiglia dei delfinidi, nella quale gli animali vengono radunati e spinti a riva per poi essere uccisi allo scopo di ricavarne cibo e materie prime di ogni genere.Quello che l'appello non dice è che le isole Faroer si autogovernano, pur essendo parte della Danimarca, e quindi è inutile reclamare presso il governo danese.Un altro aspetto taciuto dall'appello è che gli abitanti prendono particolari precauzioni per ridurre le sofferenze dei cetacei (che, sia chiaro, non voglio sminuire), e che paradossalmente sono proprio queste precauzioni a rendere così forti le immagini che accompagnano l'appello: l'uccisione è infatti strettamente regolamentata (il regolamento è qui, in inglese). Sono vietati fiocine ed arpioni, e i cetacei vengono uccisi tranciando la spina dorsale. Questo produce la morte entro 30 secondi di media, in linea quindi con la macellazione bovina e suina diffusa in Europa, ma ha anche l'effetto di tranciare le principali arterie dell'animale e quindi causare la dispersione di grandissime quantità di sangue che tingono drammaticamente di rosso le acque dei fiordi.Il numero di animali uccisi annualmente in questo modo è intorno al migliaio, e va chiarito che i globicefali non sono una specie di cetaceo a rischio d'estinzione.L'appello dice inoltre il falso quando afferma che la strage viene effettuata per "dimostrare di aver raggiutno [sic] l'età adulta". La caccia, infatti, è un'attivita praticata da secoli dall'intera comunità degli abitanti, che si suddividono i suoi prodotti.Benché sia comunque uno spettacolo raccapricciante e certamente non da incoraggiare, va considerato che è numericamente insignificante in confronto alla strage di cavalli, mucche, maiali e pollame che avviene in Europa e nel mondo senza che per questo si scatenino catene di sant'Antonio come questa. Ma, si sa, è più facile condannare quello che fanno gli altri che riflettere su quello che avviene in casa propria. Soprattutto se in casa propria la strage avviene di nascosto, lontano dalle fotocamere, mentre gli altri la fanno alla luce del sole.E' comunque il caso di inoltrare quest'appello per far conoscere questa realtà? Lascio a voi valutare. Sicuramente sarebbe meglio farlo circolare accompagnato da informazioni corrette. Informazioni come questa, taciuta anch'essa dall'appello: la carne dei globicefali contiene molto mercurio, PCB (difenili policlorurati) e altre sostanze tossiche, per cui il ministro della salute delle Faroer ne sconsiglia il consumo più di una volta al mese.Il paradosso, dunque, è che sarà proprio l'inquinamento, anziché l'attivismo ecologista non obiettivo, a contribuire alla scomparsa di quest'usanza

tratto da http://attivissimo.blogspot.com/2008/11/i-danesi-ammazzano-i-delfini.html

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SRM